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Videocracy. Basta apparire

Regia di Erik Gandini vedi scheda film

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La recensione su Videocracy. Basta apparire

di mm40
6 stelle

La prima particolarità che salta agli occhi di Videocracy è la totale mancanza di domande: non è un'inchiesta, ma - può sembrare strano - è semplicemente un documentario in cui si raccolgono disparate informazioni sullo stato di salute del regime mediatico italiano. La risposta è ovviamente 'florido'. I protagonisti essenzialmente sono tre: oltre a Lele Mora e Fabrizio Corona, si va a scandagliare la storia di uno sventurato 26enne ritardato che si crede un incrocio fra Van Damme e Ricky Martin e vive per sfondare in tv: missione impossibile e caso umano che ben rappresenta la tragica situazione di una nazione che sta crescendo alla luce di un teleschermo inzuppato di volgarità, sesso, valori discutibili come soldi e successo facili. Gandini si limita a qualche connessione verbale, commentando fra una scena e l'altra. Bella scelta delle immagini e ottimi i raccordi sonori, c'è comunque da rilevare che, per un italiano, tutto ciò che il film narra è arcinoto e per nulla fonte di scandalo. Ma ben vengano lavori come questo, se riescono a diffondere anche all'estero un po' di informazione sulla scandalosa situazione culturale dell'ex Bel paese.

Sulla trama

Il regime mediatico italiano: Berlusconi e lo strapotere delle tv commerciali, il controllo della stampa e della pubblicità, i fenomeni del caso come Lele Mora (impresario tv con le mani in pasta ovunque) e Fabrizio Corona (ricattatore di vip, grazie alle informazioni personali che riesce ad ottenere, e pertanto star nazionale).

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