Regia di Robert Allan Ackerman vedi scheda film
Se digitate Ramen su Wikipedia avrete bisogno di almeno un quarto d'ora per capire cosa si cela dentro e dietro a questo tradizionale piatto cino-giapponese. In oriente forma e sostanza vanno a braccetto ed è questo uno dei motivi per cui tutto ciò che lì nasce crea spunti di partenza per racconti più o meno fascinosi di formazione e incontro-scontro tra culture. Il film comincia nel peggiore dei modi: frettoloso, approssimativo, improbabile e in balìa delle patetiche ed esasperanti faccette della povera Brittany Murphy, scomparsa qualche tempo dopo l'uscita della pellicola. Dopo aver subito angherie e vessazioni per ritrovare se stessa, la nostra giunge a compimento della missione preposta: diventare una vera cucinatrice di ramen col sigillo doc del saggio di turno. Il tutto avviene al termine di un percorso di crescita interiore e, di pari passo, di affinazione culinaria e purificazione d'anima e mente. Dovrei dunque chiudere la mia opinione con un riassuntivo aggettivo sarcastico o lasciarla qui sospesa, negativa e categorica, e invece aggiungo che in un paio di punti la sfacciataggine d'insieme risulta persino simpatica e blandamente coinvolgente. Ci sono commedie decisamente peggiori. Se non danno altro in tv o avete voglia di rilassarvi con qualcosa di leggero, The Ramen Girl può tranquillamente essere visto.
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