Regia di Brandon Camp vedi scheda film
Un antipatico mascellone, segnato dalla scomparsa della moglie in un tragico incidente, ha scritto un bestseller e tiene dei seminari sulle tecniche di superamento del dolore della perdita ma, in realtà, nasconde nel suo animo un inconfessabile segreto. L'incontro con una bella fioraia lo aiuterà ad eleborare il lutto, a recuperare un difficile rapporto con i suoceri, a guardare avanti verso un nuovo amore e, già che siamo in America dove tutto è business, anche a guadagnare un sacco di soldi. Un film semplicemente osceno, un insopportabile, molesto e ricattatorio melodramma, prevedibile dal primo all'ultimo istante e caratterizzato da dialoghi a dir poco imbarazzanti. Aaron Eckardt è un pesce fuor d'acqua, totalmente fuori parte, mentre Jennifer Aniston gioca il suo solito ruolo ma potrebbe scegliere meglio i copioni che le propongono. Dispiace vedere un bravo attore come Martin Sheen coinvolto in un'operazione così becera e peccato per un paio di volti interessanti di contorno come Judy Greer e Frances Conroy decisamente sottoutilizzati. Regia del trentottenne esordiente Brandon Camp: scommettiamo che non risentiremo troppo parlare di lui? Alla fine l'unica cosa da salvare è qualche bella canzone nella colonna sonora ("Have a little faith in me" del grande John Hiatt nel finale), ma ovviamente non può essere sufficiente per salvare una pellicola da zero assoluto: voto pessimo.
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