Regia di Brandon Camp vedi scheda film
Qualcosa di speciale è il subdolo manifesto di quello che resta del cinema hollywoodiano,con tanto di salsa romantica e mancanze varie. Vorrebbe essere il Tra le Nuvole delle vite complicate,ma è solo un triste e non curante della realtà soggetto ad evoluzioni di personalità e umore che risentono di un'inadeguata cornice socio-culturale e di un'inenarrabile storia,che sembra sempre di contorno. Sarebbe,come il film di cui ho parlato sopra,ma Eckart non è Clooney e soprattutto Camp non è Reitman. La storiella è al massimo paragonabile ai racconti introversi e psicologici à la Remember Me,ma con molta meno grinta e voglia di mettersi in gioco. La Aniston dovrebbe essere la donna che fa riscoprire ad Eckart di essere un uomo e quindi di poter amare,ma sembra più una semplicissima amica,che una focosa amante,che una femme fatale. Naturale,pensandola come gli sceneggiatori del film,tirare fuori,a mò di talk televisivo pomeridiano,tutti i fatti tristi della vita delle persone: C'è chi ha perso il figlio,chi non riesce a darsi pace per la morte di un caro,chi ha ucciso e se ne pente amaramente. I due protagonisti,poi,sono uno più out dell'altro. La Aniston,che recita come se dovesse prendere una scossa d'elettricità da un momento all'altro,ha paura d'amare(oh,che novità!) e non vuole relazioni serie. Eckart,che sarebbe un buon attore,viene relegato in una parte che evidentemente non fa per lui,e non si cala nella parte. Interpreta uno scrittore che ha perso la moglie in un incidente d'auto e riscopre o almeno tenta di riscoprire l'amore. Lo zuccherossimo finale,da diabete,è l'unica parte del film in cui non ti sfiora il desiderio di spaccare la tv e ballare sulle sue ceneri. Camp costruisce una vicend incentrata più sul cercare la lacrima a tutti i costi,che sul creare sul serio vere emozioni pure. Probabilmente assimilato al cinema di Nick Cassavetes,Qualcosa di speciale è il Closer dei poveri,che non detiene nessunissima riuscita e fallisce perfino nel tentativo di ricrearsi e piacersi. E quando nel finale pretende perfino di sfociare in una fin troppo facile sorpresona,che fa cambiare(anche se non di tanto) il giudizio sul protagonista,il film tocca il suo fondo più totale. Insomma,il cinema hollywoodiano,quando non è impegnato a mandare omini blu su pianeti sconosciuti o a continuare all'infinito saghe leggendarie(?),deve ricorrere alla sua classicità. Peccato che il tono classico,in una vicenda che tenta di aprire una parentesi sul presente,stoni. E allora è proprio qui che casca l'asino,e il film di Camp.
Banale.
Nulla da ridire,semplicemente mediocre.
Non malissimo,intendiamoci.
Discreto.
Mediocre.
Prova discreta,anche se si vede poco.
Non male.
Così così.
Se la cava.
Così così.
Niente male.
Non male.
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