Regia di Nimród Antal vedi scheda film
I membri di una pattuglia della Eagle Shield, un istituto di vigilanza privato statunitense, ognuno alle prese con le proprie realtà difficili, decidono di rubare il bottino che in realtà dovrebbero proteggere. Ovviamente, come accade in questi casi, qualcosa va storto, e le cose si complicheranno sempre più, fino alle conseguenze estreme.
Il film, per la regia di Nimrod Antal, si avvale di un cast niente male (Fishburne, Reno, Dillon) e di una messa in scena, che al di là della mancanza di originalità nel soggetto (frustrati tentano la rapina perfetta che finisce in vacca), si sviluppa benino, attraverso scene ben allestite, ed alcuni colpi ad effetto ben riusciti. Purtroppo però ci sono anche numerose banalità, che alla fine prevalgono su alcune interessanti scelte di sceneggiatura (come per esempio il fatto che per fare l’eroe venga scelto l’attore meno famoso di tutti); colpisce in particolare l’utilizzo di un “tempo della narrazione” quasi teatrale, con i protagonisti rinchiusi nello stesso spazio scenico che si muovono quasi senza intervalli di montaggio (il count-down fino al prossimo controllo della centrale scorre vie quasi in simbiosi col tempo di visione da parte dello spettatore). Il finale amaro (il protagonista che sventa la rapina del secolo e riceve solo una medaglietta invece dell’agognata casa) e la fotografia di Andrzej Sekula sono forse le cose migliori.
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