Regia di Arnaud Larrieu, Jean-Marie Larrieu vedi scheda film
La nouvelle vague insegna che il realismo è fatto di pensieri sovrabbondanti che traboccano in situazioni apparentemente ferme (Eric Rohmer), e di idee fantasiose spalmate sul fondo neutro della quotidianità (Jacques Rivette). Anche in questo film le due anime del cinema contemporaneo, ossia l'analisi e la creatività, sono affidate, rispettivamente, ai dialoghi e al racconto. è la loro fusione insolita ma armoniosa a rendere la vicenda plausibile e interessante, ed è dalla loro "coerenza nella diversità" e dal loro "cambio nella continuità" che nasce la storia di un'evoluzione, della crescita di un rapporto di coppia. Quello di Boris e Maryline è un cammino che, a suon di svolte, si richiude su se stesso; e, a furia di rinnegarsi, finisce per riconfermarsi. Forse in amore non esistono contrasti, ma solo sfumature, che collegano gli opposti in un percorso circolare. In "Un uomo, uno vero" anche i tradizionali concetti di mascolinità e femminilità appaiono mescolati, con espliciti riferimenti alle suggestioni almodovariane.
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