Regia di Jacques Deray vedi scheda film
Passo falso di un regista che seppe valorizzare al meglio giganti come Alain Delon, Jean-Paul Belmondo e Lino Ventura. Una storia d'amore in cui prevale la noia.
Certamente più a suo agio con il genere poliziesco, noir o gangster movie, Jacques Deray realizza qui un film sentimentale a tinte piuttosto forti, un film che parte molto bene, ma che nella seconda parte delude le aspettative. Il personaggio di Juliette, magnificamente interpetato da Nastassja Kinski, si concede alternativamente all’amore di due uomini, un grande oncologo di mezz’età (Michel Piccoli) e il suo assistente (Jean-Hugues Anglade). I suoi sentimenti restano però vaghi, fatti di grandi trasporti e improvvisi cedimenti. E’ una donna in fin dei conti superficiale e finirà per somatizzare il tutto beccandosi un cancro da manuale di psicoanalisi freudiana. Inizialmente, l’ambientazione in una splendida città di Bordeaux, il contesto ospedaliero e l’ottimo livello recitativo dei tre protagonisti lasciano presagire una vicenda di notevole interesse. Ad un certo punto, però, il racconto comincia a rallentare, a farsi prevedibile e l’operazione non funziona più. Restano in piedi soltanto la raggiante bellezza di Nastassja Kinski e l’intensità di quel magnifico attore che come sempre si conferma essere Michel Piccoli. Troppo poco per salvare una pellicola a tratti presuntuosa e sostanzialmente non riuscita, come se Jacques Deray si fosse spinto oltre la sua soglia di competenza. Non lascia neppure il segno la breve apparizione di Jean-Claude Brialy, in un ruolo che poteva benissimo non esserci. Uno spreco.
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