Regia di Santiago Loza vedi scheda film
due corpi che vivono una città impersonale s'incontrano. una ragazza che fa la prostituta e un giovane medico con problemi di crisi di panico notturne, accudite dalla madre. metodico, il ragazzo riesce a trovare pace nel silenzio dell'acqua in piscina e nel contatto con i bambini piccoli. qualsiasi altro contatto diviene un problema, persino il sesso con un ragazzo tenuto ben lontano a mostrare il posteriore mentre lui si masturba. la ragazza viene coinvolta dal ragazzo in un viaggio in macchina alla ricerca di qualcosa, ma la conoscenza reciproca diviene per lei l'occasione per conoscere meglio se stessa e forse volersi un pò più bene. un viaggio doloroso in paesaggi rustici, lontani dalla città poco accogliente, ma comunque sempre squallidi e in una natura addomesticata e sporcata. sesso spicciolo al seguito di quel silenzioso ragazzo in attesa che succeda qualsiasi cosa. brava l'attrice che interpreta la ragazza che si concede forse nemmeno per denaro, dal momento che non si assiste a transizioni di moneta. il suo è uno spostarsi spavaldo nel mondo che la circonda più che altro per essersi abituata a starci. i nudi e le scene di sesso sono gestite male. all'inizio sparse in un'abbondanza quasi fastidiosa, spariscono con il progredire troppo veloce della pellicola, come se volesse sottindere che "vi ho già accontentato all'inizio, ora immaginatelo". l'urgenza di raccontare di chi scrive e dirige sembra più obbedire ad un'urgenza estetica del brutto e dello scrostato. la monoespressività dell'attore principale non esemplifica l'asciuttezza del ruolo, bensì un'incapacità nel comunicare un'indicibile e segreto disagio . il film è pesante e lento, tanto da sembrare più lungo dei suoi 80 minuti. mi ha comunicato pedanteria.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta