Regia di Eugène Green vedi scheda film
UM FADO ALLEGRO (MA NON TROPPO)
Con il passo sonnambolico e antinaturalistico che gli viene da gente come Bresson, ma non senza ironia, Green ci guida per le vie di Lisbona in compagnia di un’attrice curiosa. Lo spirito del fado, la sua malinconia, attraversa per lampi la pellicola ma non la risolve. Ai temi dell’amore infelice, del eterno vagare di un’umanità insoddisfatta, che sempre si vorrebbe altrove, Green contrappone il tema cristiano e laico della dissoluzione nell’altro, nell’amore assoluto, terreno e spirituale (“esiste un solo tipo di amore” viene detto nel film), unica felicità immaginabile. Qualche lungaggine non nasconde le qualità di un autore che se anche non possiede la pienezza espressiva ne il talento di autori quali Bresson e Oliveira, può essere loro accostato per la fierezza autarchica e l’onestà intellettuale del suo cinema.
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