Julie, una giovane attrice francese che parla portoghese, va a Lisbona per la prima volta per girare un film tratto dalle Lettere di una monaca portoghese – un romanzo epistolare del XVII secolo. Durante le riprese, l’attrice scopre la città e i suoi abitanti, desiderosa di lasciarsi alle spalle una storia d’amore finita male., facendo incontri sfuggenti ed enigmatici. In realtà, nel personaggio della religiosa che soccombe alla propria passione per un giovane ufficiale francese, che interpreta sul set, riecheggiano tracce del suo passato. Una notte, nella cappella di Nossa Senhora, dove stanno girando, Julie vede una giovane monaca inginocchiata. Notte dopo notte, prostrata, la religiosa prega fino al mattino. Il loro incontro cambierà per sempre il destino di Julie.
Mi è chiaro tutto, tutta la teoria sottesa al film, il progetto sinfonico di ricomposizione del messaggio tramite capitoli, mi è piaciuta la composizione dell'immagine e il gusto fotografico per il buio, il colore, il particolare e la carnalità degli intermezzi musicali. Ma nonostante tutto il film non mi ha preso né di testa né di pancia.
TFF 2011 - Onde. Per vedere questo film ho sacrificato il film tedesco in concorso, ma non ne sono affatto pentito perche' il film di Eugene Green, autore che non conoscevo se non di nome, e' fino ad ora il piu' bello visto qui a Torino, una vera emozione per gli occhi e per l'anima, una perla in grado di elevare lo spettore che si lasci prendere dall'estasi e dalla purezza del messaggio… leggi tutto
Il 6 maggio di un anno fa nasceva Alan Smithee. O meglio questo strano signore, di mestiere capro espiatorio di disastri, incidenti e prepotenze esercitate su artisti e creativi nel mondo del cinema, in vita gia' da un…
Dopo sette giorni "di fuoco" e 41 film visionati tento di fare un resoconto delle opere che mi hanno maggiormente colpito in questa straordinaria avventura cinematografica. Prima di procedere all' elenco, desidero…
TFF 2011 - Onde. Per vedere questo film ho sacrificato il film tedesco in concorso, ma non ne sono affatto pentito perche' il film di Eugene Green, autore che non conoscevo se non di nome, e' fino ad ora il piu' bello visto qui a Torino, una vera emozione per gli occhi e per l'anima, una perla in grado di elevare lo spettore che si lasci prendere dall'estasi e dalla purezza del messaggio…
UM FADO ALLEGRO (MA NON TROPPO)
Con il passo sonnambolico e antinaturalistico che gli viene da gente come Bresson, ma non senza ironia, Green ci guida per le vie di Lisbona in compagnia di un’attrice curiosa. Lo spirito del fado, la sua malinconia, attraversa per lampi la pellicola ma non la risolve. Ai temi dell’amore infelice, del eterno vagare di un’umanità…
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Mi è chiaro tutto, tutta la teoria sottesa al film, il progetto sinfonico di ricomposizione del messaggio tramite capitoli, mi è piaciuta la composizione dell'immagine e il gusto fotografico per il buio, il colore, il particolare e la carnalità degli intermezzi musicali. Ma nonostante tutto il film non mi ha preso né di testa né di pancia.
commento di giuvax