Regia di Joseph Kosinski vedi scheda film
Non avevo grosse aspettative al cospetto di questo seguito, arrivato a distanza di anni luce (e tutto è parecchio cambiato da allora, un esempio vedi “Matrix”), di “Tron”, che già di suo non è affatto tra i miei cult, e forse anche per questo direi che il film mi ha sostanzialmente soddisfatto anche se a fianco di scenari affascinanti e vorticose scene madri non mancano difetti che a volte paiono essere proprio macroscopici.
Sam Flynn (Garrett Hedlund), giovane miliardario senza ancora una collocazione precisa nel mondo, si mette sulle tracce del padre seguendo alcuni indizi.
Finisce così catapultato in un mondo digitale dove ritrova il padre Kevin (Jeff Bridges), la bella “Iso” Quorra (Olivia Wilde), ma anche programmi nemici, guidati da Clu 2.0 (un Jeff Bridges ringiovanito per l’occasione) che vogliono eliminarli ed entrare nel mondo reale per capovolgere il sistema.
Questo “Tron legacy” ha il merito (vantaggio) di partire col piede giusto e di concludersi dosando spettacolo e cuore (il sacrificio del vecchio, la consapevolezza del giovane, la scoperta del sole), peccato solo che nel mezzo ci si perda un po’ per strada.
Infatti, a parte alcuni spezzoni stuzzicanti (vedasi la visita al club di Castor dove peraltro suonano i mitici Daft Punk), la sceneggiatura si perde in lunghi “spiegoni” che scivolano in considerazioni che vorrebbero essere filosofici non riuscendoci molto bene ed in banali errori (per esempio, dopo pochi minuti da quando Quorra avvisa Sam che Clu non può uscire dalla sua roccaforte questo riesce ad arrivare nel loro rifugio).
Su tutto domina comunque uno sfondo ultra tecnologico, tra giochi mortali e inseguimenti a tutta velocità, piuttosto accattivante anche se va detto che rispetto ai tempi del primo “Tron” l’asticella della concorrenza si è alzata molto e non è facile stupire.
Per il resto è valido il contributo del cast, per quanto lo possa essere in un prodotto del genere attento soprattutto ad altro, fa impressione, un po’ positiva ed un po’ negativa, vedere un Jeff Bridges ringiovanito e glaciale, e la colonna sonora dei Daft Punk è assolutamente elettrizzante, una vera chicca per gli amanti dello storico duo e non solo.
Dunque il film riesce tutto sommato nel suo compito, anche se si potevano limare molto meglio diversi aspetti, alcuni anche di rilievo, che ne minano parzialmente la credibilità e la consistenza.
Virtuale.
VOTO : 6,5/10.
Discreto lavoro d'insieme, certo un regista più esperto ed accorto avrebbe potuto far lievitare di più tutto il film.
Meno brillante del solito (anche perchè in alcune scene è costretto a recitare battute alquanto ridicole), ma comunque piuttosto coinvolto ed attivo (insomma non è qui tanto per prendersi un pò di soldi e basta).
Spiazzante nella versione ringiovanita, ma, nel bene e nel male, non c'entra molto.
Occasione della vita per lui e tutto sommato non si comporta male anche se non lascia certo un ricordo particolare.
Baldanzoso.
Bellezza sconvolgente, per il resto adeguata alla parte che non richiede poi molto impegno.
Caratterizzazione superlativa.
Peccato duri poco sullo schermo, perchè è davvero bravo.
Me lo sono perso ... scherzi a parte non credo che ci sia proprio.
Bella.
Bella tanto.
Discreto.
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