Regia di Jaco Van Dormael vedi scheda film
Ricerca del senso dell’esistenza e reazione all’irrimediabilità del tempo sono le tematiche portanti di Mr Nobody, diviso tra fantascienza e commedia drammatica. Il protagonista, Nemo Nobody, è l’ultimo terrestre tenuto in vita artificialmente fino all’età di 118 anni. Al suo risveglio, in un pianeta dove la morte non esisterà più tranne che la sua, ricuce i ricordi della vita passata. Il regista Jaco Van Dormael cerca ambiziosamente di percorrere una via formale che possa tramutarsi in messaggio filosofico, spaziando e confondendo convenzioni narrative e divagazioni visive sorprendenti. Ciò che Nemo riporterà alla memoria non sarà solo la sua vita ma sarà l’incastro formidabile di eventi, ripetizioni, scelte e possibilità avvenute o solo immaginate che rendono il racconto un folle e visionario affresco emotivo in grado di fare coesistere realtà, fantasia, passato e futuro. Su di una scala minore potremmo citare qualcosa di simile a Sliding doors o La doppia vita di Veronica, che tuttavia rappresenterebbero dal punto di vista visivo coordinate appena accennate rispetto a Mr Nobody (non manca neppure il rewind , quello che tanto scandalizzò in Funny games..). La forza e il limite del film forse stanno proprio in questo aspetto, il suo ricorrere continuo ad una seconda volta, ad una seconda chance quando basta, che la vita reale non può offrire, che avvicina emotivamente lo spettatore al racconto ma non ne può mai essere partecipe fino in fondo perché esposto alla sua variabilità. Van Dormael apre lo scrigno magico della mente umana dove l’ordine, la consequenzialità, la veridicità degli eventi sono assolutamente unici e personalizzabili, in un susseguirsi tumultuoso ci si chiede cosa sia avvenuto veramente e cosa sia frutto dell’immaginazione, tra rivelazioni fantastiche, banalità quotidiane e omissioni dolorose che riaffiorano. Le scene che si alternano con eguale dinamismo nonostante i salti temporali e le differenti ambientazioni a cui corrispondono variazioni stilistiche ben definite, sono accompagnate da una colonna sonora funzionale a rievocare il lasso di tempo vissuto da Nemo, ma si rivela fortemente riduttiva quando in riferimento al” coming of age” sottolinea pur con ironia i momenti più classici della formazione e delle esperienze giovanili. Casualità e irrazionalità regolano le questioni vitali, e non sempre l’alternativa ragionata o idealizzata sarebbe stata migliore, dunque la teoria dell’accettazione e del destino a volte cinico e altre meno disgraziato si fa strada fino ad arrivare ad un consolatorio appagamento. Purtroppo però il concatenarsi di situazioni lontane tra di loro non riescono a farne sempre materia di elaborazione stabile, qualcosa inevitabilmente si perde senza sapere se per espressa intenzione della sceneggiatura o per qualche comprensibile vuoto di memoria del vecchissimo personaggio. Divertente a tratti, amaro e struggente, Mr Nobody sprizza poesia a piene mani ma rischia di disperdere buona parte del suo contenuto, in preda alla frenesia di un’immagine accurata e ben studiata, sfiorando in negativo una surrealtà che se priva di una maggiore introspezione lascia allo spettatore una sensazione di dolce smarrimento un po’ buonista. Libera associazione degli accadimenti, di desideri irrealizzati, di accostamenti tanto geniali quanto ingenui, Van Dormael sfrutta la frammentazione narrativa portata all’ennesima potenza affidandosi alla maturità di lettura dello spettatore, ne reclama lo stupore estetico riportandolo per tutto l’arco del film alla meravigliosa necessità dell’immagine, anche di quella fine a se stessa.
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