Regia di Jessica Hausner vedi scheda film
Occhio ai titoli di testa: Lourdes è riuscito a vincere tanto il premio Brian, dell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, quanto il cattolico premio Signis 2009. Basta fare uno più uno per capire che l'unico, vero pezzo forte di questo film cinematograficamente inesistente sta nella quota apicale di cerchiobottismo che riesce a raggiungere.
Una ragazza malata da tempo di sclerosi a placche (Testud) sperimenta l'ultima carta, quella della speranza, recandosi a Lourdes. Qui, tra suore dell'Ordine di Malta, preti e preghiere continue, ogni tanto si tenta il gioco cabalistico del miracolo. Il quale miracolo tocca proprio a lei, suscitando le invidie di chi non è stato baciato dalla stessa fortuna e facendola poi precipitare nei sensi di colpa per essere stata la protagonista di quel fatto straordinario. La scienza, intanto, fa la sua partita e ammette: non si è mai visto niente del genere.
La regista austriaca Jessica Hausner va in trasferta, lascia la macchina da presa dove capita, sottopone lo spettatore a estenuanti piani fissi in campo lungo, tirando avanti per oltre un'ora e mezza a suon di discorsi vacui, omelie e preghiere in un tripudio di kitsch dell'anima, con interpreti mummificati e canzoni d'antan messe lì a casaccio. Una dimostrazione di come, a voler accontentare tutti, ci si muove talmente poco e in punta di piedi che alla fine si rimane immobili e con la stessa fissità della macchina da presa, realizzando un film talmente lento che farebbe passare Tarkovsky per un maestro dell'action movie più adrenalinico.
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