Regia di Jessica Hausner vedi scheda film
Delude questo chiacchierato film della Hausner. Al di là dell'intenzione piuttosto scoperta di connotare ironicamente l'umanità lourdesiana (infermi ed infermiere, sotto il ventaglio di autorità religiose e laiche), facendo leva su un umorismo algido e surreale, giustamente accostato a Jaques Tati per l'utilizzo "polifonico" dell'inqudratura, del sonoro e della profondità di campo, per tre quarti di durata "Lourdes" non va a parare da nessuna parte. Affastella sketch, suggerisce spunti, crea aspettative, senza però prendere una direzione precisa. Sembra confusa la Hausner, sembra non trovare un senso a quello che sta facendo, un po' come i malati che si chiedono, senza risposta, perchè Dio abbia riservato a loro, e non ad altri, quel destino di sofferenza. Poi verso la fine, col "miracolo" e tutto ciò che ne consegue, fino al finale amaro, ambiguo, beffardo, aperto, il film acquista interesse e diventa un'interrogazione sul concetto sfuggente di "felicità". Ma è troppo tardi (e troppo poco, e troppo confuso) per salvare il film dall'etichetta di "occasione sfumata". Bravissima comunque la protagonista.
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