Regia di Giuseppe Capotondi vedi scheda film
E' un film ben girato, che non vuole strafare, e non velleitario nella sua originalità e nella sua enigmaticità. Anche i colpi di scena non sono gratuiti e fuori luogo. Questo è già molto nel panorama italiano moderno. Forse il maggiore pregio del film è il non spiegare le strane coincidenze tra i due piani narrativi; non è neanche detto chiaramente che il secondo piano narrativo sia un sogno. Tuttavia a me piace considerarlo tale, perché spesso i sogni hanno delle analogie con quello. Il sogno (continuiamo a chiamarlo così) è costituito praticamente da una rielaborazione in parte assurda, e forse in parte simbolica, di quello che la donna poi effettivamente vivrà. Questa parte del film è secondo me affascinante, in particolare per l'aria di mistero che la pervade e per gli strani personaggi da cui è popolata. Mi hanno colpito particolare il prete dallo sguardo sottilmente sinistro (mica facile ottenere questi effetti) e il cliente dell'albergo maniaco sessuale e pazzo. L'episodio dell'inumazione prematura è quasi da film horror, e lo stesso personaggio dell'uomo non è poi così lontano da certi insospettabili pervertiti che compaiono talora nelle cronache odierne. La stessa amica e collega della ragazza lancia un paio di volte degli sguardi che quasi spaventano.
Sui personaggi e sulla vicenda aleggia un'aria di disperazione e di disillusione, sostenuta anche dai due suicidi che vi compaiono.
Un film da vedere, che non dovrebbe deludere nessuno, e che fa bene al cinema del nostro paese.
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