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Mai dire mai

Regia di Irvin Kershner vedi scheda film

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La recensione su Mai dire mai

di Serum
8 stelle

Riprende il soggetto di Operazione tuono, ma ne cambia profondamente il mood: Bond è attempato ed il mondo intorno a lui non è più il favolistico reame camp degli anni '60, ma un muscolare impero della perdizione in cui imperversano Stallone, Schwarzenegger e, quando la giornata va particolarmente male, Chuck Norris. Questo capitolo apocrifo ha tutti i pregi dei suoi predecessori ufficiali portati ai massimi livelli e nessuno dei loro difetti congeniti: tono e ritmo perfetti, scene d'azione coinvolgenti, regia dinamica, dialoghi costantemente arguti ed infarciti di black humor, personaggi secondari uno più azzeccato dell'altro, antagonisti di alto livello, una colonna sonora molto bella (credo che Michel Legrand sia stato l'unico in grado di rivaleggiare con John Barry e Never Say Never Again cantata da Lani Hall se la gioca con la Thunderball di Tom Jones in quanto a memorabilità) e Sean Connery (per quanto mi riguarda uno degli uomini più carismatici che siano mai esistiti, impossibile da sostituire per chiunque). Uno dei migliori film d'intrattenimento degli anni '80 e la prova di cosa avrebbero potuto fare con la saga di 007 se avessero compreso appieno come utilizzare il personaggio e la sua mitologia, dandola in mano a mestieranti oculati (in questo caso Irvin Kershner, reduce da un altro gran film di genere come L'impero colpisce ancora) ed a sceneggiatori capaci di cogliere i punti di forza di questa narrazione potenzialmente inesauribile (Lorenzo Semple Jr. aveva scritto I tre giorni del Condor). Splendidi tutti gli interpreti: la fascinosa Kim Basinger, Bernie Caisey come Felix, Rowan Atkinson che fa un proto Mr. Bean ed il trio di cattivi Brandauer (bravissimo nel proporre un Largo completamente diverso da quello di Adolfo Celi ma sempre efficacie), von Sydow (che in quelle due scene in cui compare è un Blofeld migliore di tutti gli altri messi insieme) e la pazzissima Barbara Carrera.

 

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