Regia di Fatih Akin vedi scheda film
Scoppiettante e briosa commedia sul tema della multietnicità della società moderna, una pellicola che riesce a far ridere e di gusto ma in maniera intelligente....come purtroppo capita poche volte.
“La musica è il cibo dell'anima!” urla Zinos, il protagonista di questo film, alla odiosa agente delle tasse che gli ha appena sequestrato l'impianto stereo del locale.
Sì perché Zinos Kazantzakis, greco trapiantato in Germania, gestisce un ristorante in uno squallido capannone della periferia di Amburgo, e non sembra in regola con nulla: né col fisco, da cui il sequestro dello stereo, né con le norme igieniche. E quest'ultima mancanza in barba al fatto che il locale gode comunque di una buona clientela tedesca che si ingozza di cibi che non sono certo musica per l'anima.
Ma Zinos vuol qualcosa di più e l'occasione sembra arrivare dall'incontro, casuale, con Shayn, cuoco estroverso e geniale cacciato da un ristorante di lusso per aver trattato in malo modo un cliente, tanto arrogante quanto ignorante in materia di pietanze, che voleva il gazpacho caldo.
Le cose comunque non vanno decisamente bene per Zinos, in bilico tra l'ambiziosa fidanzata Nadine, giornalista in arrampicata sociale che vuole anda re a fare la reporter a Shanghai, e il fratello Ilias in libertà vigilata e con la pretesa di essere assunto per avere un lavoro regolare e di conseguenza la libertà di seguire i suoi intrallazzi.
E come se non bastasse ecco l'ex compagno di scuola Neumann che sotto la maschera dell'amicone nasconde la faccia rapace dell'immobiliarista senza scrupoli interessato a portare via a Zinos lo stabile che ospita il suo ristorante, il Soul Kitchen che dà il titolo alla pellicola.
Diretto da un Fatih Akin che non ti aspetti, divertente e pure (si direbbe) divertito , lontano dai toni drammatici e dolenti che connotavano La Sposa Turca e Ai Confini del Paradiso, Soul Kitchen è una commedia dal ritmo brioso che senza perdere mai il tono umoristico riesce a parlare di argomenti tutt'altro che facili come la coesistenza di culture differenti e le difficoltà di convivenze forzate dovute all'emigrazione.
Merito del protagonista, Adam Bousdoukos, che ha collaborato, anche alla sceneggiatura ed è pure un esperto di musica, cosa non casuale in un film come questo. Il suo Zinos pare sempre in bilico ma non perde mai la bussola di fronte alle disavventure che gli piovono in sequenza, sembra uno sprovveduto e invece è un personaggio positivo che non si arrende, schiva le botte del destino e prosegue per la sua strada.
E' un sognatore che però sa tenere i piedi per terra, sa cogliere le occasioni, si dimostra generoso e alla fine viene premiato.
Siamo di fronte a una pellicola spassosa che però sa fare anche riflettere, una storia sorretta da un tono scoppiettante che strappa risate continue. Nella buona riuscita di quest'opera, oltre alla abilità del regista che è ormai uno dei più interessanti nel panorama europeo, contribuisce senza dubbio la performance del cast.
Detto sopra del bravo Adam Bousdoukos, vanno riconosciuti i giusti meriti anche a Moritz Bleibtreu perfetto nei panni dello scalcinato fratello Ilias, mentre Birol Ünel è il folle e geniale chef Shayn.
Tuttavia l'elemento findamentale nel fare di questo Soul Kitchen una delle commedie più divertenti (e intelligenti) viste negli ultimi anni, è il corollario di personaggio secondari tutti straordinariamente azeccati: dalla algida e spocchiosa fidanzata Nadine (Pheline Roggan) alla spietata funzionaria del fisco Schuster (Catrin Striebeck), dal vecchio Sokrates (Demir Gökgöl) marinaio in pensione sempre pronto a sbeffeggiare il protagonista, all'ex compagno di scuola e finto amico Neumann (Wotan Wilke Möhring) fino alla bella massaggiatrice Anna (Dorka Gryllus) che rappresenterà per Zinos non solo la soluzione per i suoi malanni alla schiena ma anche la speranza di una nuova vita.
Nota finale, e non poteva essere altrimenti vista la parola Soul nel titolo, per la musica che di questo film non è solo accompagnamento ma elemento fondamentale.
Visione consigliata.
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