Regia di Fatih Akin vedi scheda film
Un localaccio di quart'ordine nella periferia di Amburgo, due fratelli e tanta solidarietà: sono questi gli ingredienti su cui è imperniato Soul Kitchen, food-movie scanzonato e di grande libertà narrativa, al centro del quale c'è il gestore nonché cuoco dello scalcagnato ristorante di cui sopra (Bousdoukos). Al poveretto ne capitano di tutti i colori: la sua ragazza (Roggan) vorrebbe essere raggiunta in Asia costringendolo a lasciare l'attività, un cuoco reclutato di fresco a seguito di un colpo di frusta alla schiena (Ünel) rischia di mandargli a rotoli gli affari per eccesso di creatività, il fratello in libertà vigilata (Bleibtreu) contrae debiti di gioco e frequenta tipi loschi e una vecchia conoscenza (Möhring) cerca di portargli via il locale con una truffa. Ma questa sorta di Candide contemporaneo con generosità e determinazione riuscirà a migliorare comunque la sua vita.
Diretta con brio dal regista di origini turche Fatih Akin, che già si era fatto notare con La sposa turca, Soul kitchen è una commedia leggera che parte a razzo ma si affloscia dopo mezz'ora, nonostante qualche tocco piccante (un'orgia per ingestione eccessiva di cibo afrodisiaco), l'ottima colonna sonora che miscela funky, metal, rhythm'm'blues e rebetiko greco e l'ottimismo a gogò, servito da un cast affiatato e divertito.
Premio speciale alla 66ma mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia (2009).
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