Regia di Fatih Akin vedi scheda film
«Le ferrovie ai ferrovieri» diceva Totò «e i bersagli ai bersaglieri». Aggiungerei i greci ai grecisti e i turchi ai turchisti. Qui, in questo film illogico ed immotivato, fatico davvero a ritrovare la mano felice del regista di La sposa turca. Qui siamo nel cinema europeo che finge di guardare ai festival ma si rivolge al mercato americano, tanto che quel ripetuto riferimento agli Euro stona un po' e ci si aspetterebbe di sentir parlare di Dollari. Anche le scene di sesso, che pure sono meno di quelle di La sposa turca, sono qui fuori luogo e senza una motivazione narrativa. Un passo, gigantesco, indietro, nonostante i mezzi moltiplicati.
Preferisco ricordarlo nei panni del protagonista di La sposa turca.
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