Regia di Victor Fleming vedi scheda film
Il mondo della realtà è in b/n, quello della fantasia è coloratissimo e pieno di musica. Dorothy viene trasportata nel secondo in seguito a un tornado e vi ritrova, trasfigurati, gli stessi personaggi (sia buoni sia cattivi) del primo: uno spaventapasseri che vorrebbe un cuore, un uomo di latta che vorrebbe un cervello, un leone pauroso che vorrebbe un po’ di coraggio, una strega cattiva e appunto il mago di Oz. Si resta un po’ delusi di fronte a una conclusione troppo rassicurante e incongrua rispetto al resto del film, con la formula “nessun posto è come casa mia” che segna la fine dell’avventura e il ritorno alla quotidianità; però l’America della Grande Depressione aveva bisogno non solo di sognare, ma anche di credere che una vita in b/n fosse ugualmente meritevole di essere vissuta.
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