Regia di Yuen Woo-ping vedi scheda film
Sia questo film che "Drunken master", girati ambedue nel 1978, sono stati il trampolino di lancio internazionale nel cinema di Jackie Chan (e il Mmorandini non li cita nemmeno) e soprattutto rappresentano i capostipiti dell'impiego del Kung Fu, in forma ironica, in numerosi film negli anni successivi (in un certo senso rappresentano un documento sulla nascita di un genere) oltre che a fornire a Chan quella maschera da clown che manterrà nei film successivi. Se la trama è sottile, ma più solida rispetto a "Drunken master", ambedue godono di una scenografia superlativa, di un montaggio eccellente, di una fotografia, attenta sia all'insieme sia al particolare (i movimenti delle dita, delle mani etc.) a dir poco fuori dal comune. Inoltre Chan in questo film definisce con maggiore chiarezza il suo "personaggio". Complessivamente uno spettacolo di pazzesche giravolte, di combattimenti incessanti, piacevoli e spettacolari che, se non si cercano reconditi, criptici messaggi od intense emozioni passionali, consente un piacevole intrattenimento. Voto 7
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