Regia di Richard Kelly vedi scheda film
La cosa più inverosimile di questo film da studentello del primo anno del DAMS non è il fatto che al centro del plot narrativo ci sia una scatola con un pulsante, premendo il quale viene uccisa una persona a distanza. La cosa più stupefacente è che una giovane madre di famiglia americana (Diaz) senta bussare alla porta, si ritrovi davanti un perfetto sconosciuto con il volto orribilmente sfigurato (Langella) e che, alla richiesta di questo, lo faccia entrare in casa. Come a dire che il regista del sopravvalutato Donnie Darko, uno che crede di essere David Lynch, ha una così infima considerazione del pubblico da pensare di poter infarcire le sue storie con qualsiasi stupidaggine. Con The box ci troviamo negli States del 1976, con una lei che vorrebbe fare un'operazione per recuperare il piede perso a causa delle radiazioni e il suo compagno (Marsden, da Oscar per il livello bovino della recitazione) che vorrebbe coronare il sogno di diventare astronauta. L'occasione per raggranellare quattrini arriva con la scatola nera misteriosa trovata fuori dall'uscio di casa, che azionata frutterebbe alla coppia un milione di dollari. Lei non resiste a dispetto del parere di lui ma i due non hanno calcolato gli indicibili effetti collaterali del loro gesto.
Parabola complottista da prima elementare sul senso di responsabilità che ciascuno di noi dovrebbe avere rispetto alla collettività, il film tratto dal racconto di Richard Matheson Button, Button è sceneggiato malissimo, montato peggio e servito da un cast che - con l'eccezione di Langella - non potrebbe figurare neppure in una recita parrocchiale. Suspense a zero e risibili scantonamenti horror.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta