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[Rec] ²

Regia di Jaume Balagueró, Paco Plaza vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su [Rec] ²

di pazuzu
2 stelle

Ricordate la tensione, il ritmo, l'angoscia e il clima claustrofobico che dominavano il primo film? Bene, dimenticateli. Era difficile dare un seguito credibile a quello che era stato un piccolo miracolo tecnico. E infatti [Rec] 2 non solo non riesce a ripeterlo, ma rischia pure di rovinare quanto di buono quello aveva lasciato, ossia l'illusione di essere di fronte a dei registi validi. Perché questo sequel è troppo falso per non destare seri dubbi al riguardo. E bastano i primi 20 minuti per rendersi conto della bassezza del tutto. Il film riparte da dove il precedente s'era fermato: mentre fuori dal condominio regna il caos, in esso irrompe una squadra di agenti speciali (tutti rigorosamente forniti di videocamera ad alta risoluzione) accompagnati da un sedicente funzionario del ministero della sanità che svelerà presto di essere in realtà un prete esorcista alla ricerca di una provetta contenente il sangue di Medeiros (la bimba posseduta da cui è partita l'infezione) necessario per generare l'antidoto e salvare l'umanità. Beh, incredibile a dirsi, sarà per intraprendenza o forse solo per fortuna, ma ai nostri eroi bastano 20 minuti scarsi di film (e giusto un paio di cadaveri) per trovarla, conservata in frigorifero con tanto di etichetta adesiva con su scritto "Medeiros"! Cosa desiderare di più? A questo punto qualunque essere pensante farebbe 2 + 2 e guadagnerebbe l'uscita. Niente di tutto questo: al prete preme verificare che il sangue sia quello giusto... Quindi lo versa (quasi tutto!) in un piatto, gli oppone il crocifisso, e, come per magia, l'uno e l'altro prendono fuoco e quel che resta della provetta va perduto. E ricomincia la giostra. Ma riavvolgiamo la pellicola e torniamo indietro 10 minuti: il gruppo viene attaccato da un ragazzino infetto che morde e contagia uno di loro: segue colluttazione, il demonietto finisce a terra, e l'agente che fa? Gli spara? Ma certo che no! Si fa prendere dai rimorsi e, quasi piangente, declama "E' solo un bambino...". Fortunatamente a sparargli ci pensa un collega. Insomma, siamo di fronte ad un horror della peggior specie, in cui l'unica preoccupazione degli autori è spargere sangue a piene mani prescindendo da ogni logica e dall'intelligenza dello spettatore. Un horror popolato da personaggi bidimensionali e idioti che compiono gesti insensati, l'unico dei quali vagamente caratterizzato è un prete (inglese, ma doppiato in Italia con un inspiegabile accento tedesco, perchè?) simpatico come la morte e con il ghigno del serial killer; infarcito di dialoghi sciatti o semplicemente stupidi, con totale sprezzo del ridicolo, nella convinzione che qualche spavento ben assestato basti a coprire le innumerevoli voragini di una sceneggiatura sbrindellata; poi esorcismi tutti da ridere (per non piangere) con il diavolo che, cinto d'assedio, si esprime per allegorie; la luce notturna della videocamera utilizzata come chiave d'accesso per una sorta di quarta dimensione; e, dulcis in fundo, il gran finale: l'ennesima capriola di sceneggiatura con citazione spudorata (e totalmente fuori luogo) da L'alieno. Se fosse un film comico avrebbe il suo perché: peccato che lo humor non sia previsto dal copione.

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