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Stanno tutti bene

Regia di Kirk Jones vedi scheda film

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Enrique

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La recensione su Stanno tutti bene

di Enrique
8 stelle

Poco condizionato dai commenti altrui e dalla sinossi del film ho lasciato che l’ammaliante aura del grande De Niro mi convincesse a vedere questo film. E ho fatto bene.

Un padre alla ricerca di certezze e di buone notizie che possano consolidare l’orgoglio che nutre per i successi dei figli, si dovrà avvedere, poco per volta, che fra lui ed i sui cari “bambini”, non li divide soltanto una notevole distanza geografica.

Un abisso, invero, di quelli che sempre separano le attese dei padri dalle aspirazioni dei figli ed entrambe, dalle concrete possibilità della vita.

Ma quanto profondo può rivelarsi un tale abisso?

Quanti danni possono provocare le richieste inespresse e le confidenze mancate (LAMPUR)?

Quanto schiaccianti possono diventare le responsabilità che i prolungati silenzi e le piccole o grandi incomprensioni taciute per anni contribuiscono ad ingigantire?

Perché la tragedia deve sempre ed immancabilmente fare parte della vita?

Domande destinate a non ricevere risposta, perchè arrovellano la testa di Frank/De Niro (così come quella di molti spettatori) al punto tale da convincerlo che forse sia meglio camuffare le difficilissime risposte attraverso una sbrigativa frase fatta: (in fondo) stanno tutti bene

E, sullo sfondo, compare, come sempre, l’America di provincia, quella che ti aspetti, ma neanche, poi, più di tanto, visto che, per una volta,  si rivela a squarci, attraverso i vetri cristallini di bus e treni (e questa, per me, è stata una piacevole novità), anche se la forma del road(rail) movie che accorcia distanze rispolverando affetti (LAMPUR) è solo un (bel) modo per rendere meno agrodolce il sapore del distacco e della disfatta personale.

Non so nulla del film di Tornatore che ha fatto da soggetto del film e, sinceramente, non mi interessa neanche.

Non ho notato eccessiva furberia o stucchevolezza. Non ho notato mellifluità o patetismo in dosi sconsigliate al palato.

Un film melodrammatico forse, ma senza eccessi.

La commozione è venuta da sola e non per caso. E non c’è stato nulla di finto, a visione ultimata, nella lucidità dei miei occhi.

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