Regia di Werner Herzog vedi scheda film
New Orleans, post uragano Katrina. Un poliziotto sopra le righe tira strisce di coca in quantità iperboliche, personaggio caricaturale e grottesco, un’enorme pistola infilata nei pantaloni, esplicito simbolo fallico di superiorità maschile, esplode in boati di ilarità chimica e paranoica, poi improvvisi i ricordi dell’infanzia in una baracca impolverata, dove la luce soffusa del giorno illumina volti e innocenti memorie, lo spirito di un morto che continua a danzare in un’allucinazione da crack e voodoo, le inquadrature (e)rettili di coccodrilli ed iguane in alterate percezioni visive – omicidi e stragi, indagini, perdite di senso e apparenti sconfitte, perquisizioni, sesso voyeuristico, gli stivali di una donna in uniforme, scommesse, partite di droga e trafficanti, laceranti fitte alla schiena e antidolorifici oppiacei, prescrizioni mediche, trame e intrecci derisi e ridicolizzati – nel prendere spunto dal Bad Liutenant di AF, WH sembra più interessarsi all’assurdità dell’intera faccenda in quanto tale che della sua possibile trasfigurazione morale, non c’è più nessun riferimento religioso ma solo una sarcastica messinscena di bizzarro e drogato intrattenimento poliziesco. NC trasporta il personaggio interpretato da HK in un limbo performativo di pantomima surreale, si finisce per ridere delle sue azioni più che rimanere sconvolti o sinceramente schifati come accadeva per le debosciate e perverse derive comportamentali dell’altro Tenente. Non c’è più bisogno di redenzione perché non esiste più peccato in questo teatro dello sberleffo, in cui l’eccesso visivo privato di qualsiasi realismo diventa pura e innocua farsa cinematografica.
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