Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Se l'obiettivo di Herzog era quello di spiazzare con questo film e con quello prodotto da Lynch, ci è riuscito con una differenza sostanziale tra le due opere. Nel secondo caso si può parlare di un film lynchiano con alcuni momenti alla Herzog in questo caso se si vuole apprezzare l'opera bisogna dimenticarsi il nome del regista insieme al film che doveva rifare. Lo sballo continuo del tenente poco c'entra nella pur frastagliata opera del tedesco così come non si capisce il riferimento al film di Ferrara del 1992. Quello che rimane è un film girato a New Orleans nel post-katrina quindi post-apocalittico in senso geografico e anche esistenziale, le visioni del tenente sono pura reazione lisergica liberata da ogni elemento mistico-religioso che possa far dubitare anche solo inconsciamente il protagonista sulla necessità delle sue azioni violente. Il cattivo tenente crede che il fine giustifichi sempre i mezzi anche se questi sono illegali, tanto alla fine tutto si risolve grazie alla propria autorità e si viene pure promossi. Un film che potrebbe essere in sintonia con lo svuotamento etico del cinema americano attuale se non fosse l'opera esteticamente sballata di uno dei più grandi registi anti-holliwoodiani, e se non fosse un opera di genere su commissione che è una promessa tradita di remake per ignoranza dell'originale. Un film piacevolemente amorale, sufficientemente cattivo che anche se spero rimanga un caso isolato per il regista, giudico non negativo nel complesso.
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