Regia di Jacques Rivette vedi scheda film
Un minuscolo circo batte la provincia nel sud della Francia, raggranellando incassi miseri. Una delle due figlie del defunto fondatore è appena tornata a gestirlo insieme alla sorella dopo essersene allontanata quindici anni prima, ferita dal dolore per la perdita del fidanzato morto durante un numero. Alla comitiva si aggrega un tipo bislacco, che sta andando da Milano a Barcellona senza nessuna fretta e che saprà rimettere le cose al loro posto. Con il passare degli anni Rivette sta diventando quasi simpatico: qui sceglie un ambiente spudoratamente antistorico come quello del circo (già nel 1970 Fellini lo osservava con sguardo necrofilo) e riesce finalmente a realizzare un film dalla durata inferiore alle due ore; certo, si perde in chiacchiere come suo solito, ma almeno lo fa con leggerezza e senza troppe fumosità. E poi, diciamolo, chi non sogna di imbattersi in Jane Birkin con l’auto in panne in una stradina di campagna, per avere l’occasione di dimostrarsi un vero gentiluomo?
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