Regia di Jacques Rivette vedi scheda film
Il titolo italiano è paradigmatico ma come al solito non dice nulla sul film.Anzi se possibile adombra quasi una deriva alleniana che è quanto di più lontano si possa immaginare dal cinema dell'ottuagenario con classe Rivette.Stavolta come sfondo di rappresentazione viene scelto il circo ma il discorso è più ampio e investe più o meno l'arte tutta e la sua rappresentazione scenica.Se si sostituisse al circo il teatro o il cinema non cambierebbe assolutamente nulla.Quando si pensa al circo e agl artisti circensi il pensiero vola subito a Fellini e a Chaplin che qui vengono evocati per una certa malinconia di fondo.Oltre a riflessioni argute sullo spettacolo c'è la parte a mio avviso più debole del film:i personaggi di Kate(Jane Birkin) alle prese con un lutto pregressso che l'ha allontanata da quel mondo e di Vittorio(Castellitto) che è una sorta di grillo parlante che deve distogliere Kate dalla sua tristezza e farla rientrare nel mondo circense dalla porta principale.Li ho trovati troppo ovvi,senza guizzi,recitati con grandissima classe che però non riesce a distogliere dalla loro debolezza.Mentre ho apprezzato lo stuolo di comprimari circensi,un gruppo vivace di interpreti che ha reso benissimo l'idea di famiglia,di comunione di intenti necessaria per mandare avanti un circo.Nel finale dramma personale e rappresentazione scenica si (con)fondono,il circo con tutti i personaggi che entrano ed escono lateralmente alla cinepresa è equiparato al palcoscenico di un teatro.Rivette ha sempre avuto un'idea di cinema molto personale,peculiare anche all'interno della Nouvelle Vague.Ancora oggi ha da dire con la su arte ma purtroppo il suo messaggio arriverà solo ai pochi cultori del suo cinema di nicchia.In questo film non tutto procede per il verso giusto ma rimane un ottimo esempio di cinema che fa riflettere non tanto per quello che mostra ma per quello che intende tra le righe...
la regia non concede virtuosismi
brava in un personaggio poco originale
bravo anche lui in un personaggio un po'troppo ovvio
non male
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