Regia di Tom Ford vedi scheda film
La migliore interpretazione di Colin Firth è in questo film d'esordio dello stilista Tom Ford, per cui avrebbe meritato maggiormente l'Oscar rispetto a "Il discorso del re", per cui lo ha vinto in seguito. Tratto da un romanzo del britannico Christopher Isherwood, "A single man" racconta una giornata nella vita di un professore universitario inglese in California, il suo rimpianto per la scomparsa del compagno amatissimo, morto in un incidente stradale un anno prima, il suo incontro con una donna che lo aveva amato in gioventù, il suo pensiero ossessivo legato alla morte. È un film che funziona soprattutto come "character study", ossia come studio di un personaggio, perché la trama è molto esile; a mio parere è ben risolto nel ritratto di George grazie all'impressionante immedesimazione di Colin Firth, che assicura alla pellicola un'intensità espressiva fuori dal comune. Il regista gioca molto sulle sfumature luministiche alternando scene in cui il colore risulta desaturato ad altre in cui riacquista il massimo della pregnanza cromatica, soprattutto nei momenti più emotivi per George. La prima parte è pressoché infallibile ed emotivamente molto ricca, mentre si avverte una certa flessione nella seconda, anche perché le scene con Julianne Moore che interpreta Charlotte, l'amica innamorata di George che vorrebbe riconvertirlo all'eterosessualita', non sono prive di luoghi comuni e dialoghi un po' effettistici. La Moore è sempre all'altezza del suo talento anche in un ruolo non proprio memorabile, mentre il belloccio Matthew Goode appare solo nei flashback e Nicholas Hoult se la cava discretamente nella parte dello studente che attira l'attenzione di George. Un buon esordio alla regia per Ford che, dopo una pausa di alcuni anni, sta adesso girando il suo secondo film dal titolo "Nocturnal animals".
Voto 8/10
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta