Regia di Tarik Saleh vedi scheda film
Nel panorama contemporaneo del genere sci-fi un posto di rilievo spetta senza alcun dubbio a questo “Metropia”. Vincent Gallo, Udo Kier e Juliette Lewis prestano le voci ai protagonisti di questo folgorante prodotto di animazione “ibrida” che ha riscosso diversi consensi all'ultimo Festival di Venezia, oltre che al Science+Fiction 09 di Trieste e al Festival del Cinema Fantastico di Sitges.
Nell'Europa del 2024 le economie sono ormai collassate da tempo e gli Stati-nazione non esistono più. Il gruppo Trexx collega tutte le metropolitane delle maggiori città europee in un gigantesco sistema sotterraneo chiamato “Il Metro”. L'isolamento in cui era precipitata l'umanità sembra essere terminato, ma una nuova calamità più subdola ed invisibile si sta insinuando dentro le case e peggio ancora dentro le menti. Lo schermo televisivo e un “innocuo” shampoo possono risultare davvero utili per raggiungere tale obiettivo. Seguendo la normale routine di Roger, un tranquillo uomo qualunque della working class, lo spettatore viene trascinato nella desolazione sotterranea della “nuova” Europa. Benvenuti a Metropia... e buona permanenza!
Difficile non vedere gli ovvi riferimenti ad Orwell e al suo “1984”. La società rappresentata dal giovane regista svedese Tarik Saleh (amico ed ex collaboratore di Erik Gandini) è succube dell'incessante bombardamento televisivo; del suo mondo fittizio; del suo “cineocchio invisibile”.
“Metropia” si muove in un futuro prossimo dal gusto retrò, fatto di monitor fatiscenti e computer obsoleti. Un futuro immerso nel buio più profondo, che richiama le atmosfere noireggianti di “Blade Runner”, ma che non può non far tornare alla mente la desolazione underground de “La Jetée”. Come in “THX 1138” si cerca di eliminare ogni possibile traccia di soggettività; le scelte estetiche e i modi sono, però, diversi. Nell'opera di Lucas venivamo abbagliati da un estraniante spazio bianco; in “Metropia” sprofondiamo in un'oscurità persistente ed asfissiante.
Saleh ha il merito di mischiare le carte sin dalla scelta di utilizzare un tipo di animazione “ibrida” che unisce il disegno alle immagini dal vero. Stilizza i movimenti, ma al tempo stesso rende realistica la fisionomia dei personaggi (e dei luoghi) un po' come se fossero visti attraverso una lente deformante. Mescolando vita privata e cospirazioni, allestisce un'opera dall'andamento riflessivo, quasi intimista, che non sale sul carro dell'azione a tutti i costi, ma segue passo passo l'andatura ciondolante del suo laconico protagonista Roger; un uomo qualunque finito per caso in questioni più grandi di lui.
Menzione speciale al SF 09 di Trieste “per stile, precisione e innovazione tecnologica” poiché rappresenta “l’avanguardia del cinema fantasy europeo nel 2009”
Nel frattempo gustatevi il trailer… e reperitevelo quanto prima!
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