Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
Paolo Virzì è un regista che, a differenza di altri suoi colleghi, nel corso della sua carriera ha cercato più volte di rinnovarsi e affinare il suo stile, ma questo film, che è stato uno di quelli di maggior successo anche all'estero, non mi convince completamente. Indubbiamente c'è una grande abilità nell'alternanza delle scene al presente con i flashback, poichè il film è praticamente diviso in due tronconi dal punto di vista narrativo, la direzione degli attori è più che buona e il registro da "commedia all'italiana" è utilizzato spesso in maniera pungente e divertente, con notazioni satiriche che più volte vanno a segno. Tuttavia, a parte il ricorso ad una commozione un pò troppo "facile" nella seconda parte, ci sono imprecisioni e inverosimiglianze narrative che in più occasioni ne abbassano il livello: è difficile credere, come aveva ricordato Lampur nella sua recensione, che i figli vengano rapiti dal padre proprio mentre la madre gira la scena della "Moglie del prete" di Dino Risi; è difficile credere alla storia del figlio illeggittimo, così come è difficile credere che la madre si sposi sul letto di morte e poco dopo muoia davvero (cose che succedono solo nei film) e che la figlia vada a piangere tra le braccia del datore di lavoro e non del marito (aspetto poco approfondito questo). Tuttavia, nonostante queste riserve, si può apprezzare l'impegno della Sandrelli e della Ramazzotti nel voler conferire un certo spessore psicologico a questa "puttana di buon cuore" che è al centro del film, così come Mastandrea rende bene lo spaesamento del figlio cresciuto, mentre la Pandolfi resta un pò al di sotto rispetto agli attori appena citati.
voto 7/10
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