Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
Virzì ci rigala nuovamente una pellicola con vita propria, decisa a non passare inosservata sotto nessun punto di vista. Una piccola grande storia di piccole persone, "povere e ignote", spesso tristi, ma anche buffe, simpatiche, a tutto tondo, con una irresistibilmente contagiosa voglia e forza di andare avanti. Ci sono difficoltà che sembrano insuperabili, ma con una canzone e una risata ce la si fa sempre, almeno a dimenticarle per un pò. E il merito di tanta efficacia, nel raccontare questa storia, è di tutti: attori e regista. I primi danno proprio l'impressione di credere nel progetto, che li affascina e li coinvolge, li diverte e li appassiona. Garantito al limone, sul set si respirava aria buona. E, come si diceva, anche Virzì ci mette del suo confermandosi uno dei registi più intelligenti del bel paese. Non banale, ma con tanta voglia di fare e impegnarsi. Non cede mai all'inquadratura semplice, ma ricerca sempre, se non l'evocativo, sicuramente il significativo. Più di tutti, uno strepitoso uso del grandangolo. La fotografia diversificata a seconda del periodo storico, che varia dall'ovattato al quasi-freddo, sebbene non sia una trovata originalissima, è ben realizzata e non stucchevole. E se il finale (il bagno in mare) risulta un pò buonista o smielato, poco importa. Ama Livorno (anche se, effettivamente, a Livorno non c'è niente di chè...) e glielo concediamo.
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