Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
Può un film come questo di Virzì far parlare di ritorno alla comemdia all'italiana?Forse da solo no,ma se si proseguisse in questo percorso tracciato dall'autore livornese allora se ne potrebbe parlare.Perchè se ci stiamo tanto affannando a trovare l'erede dei vari Risi,Monicelli,Scola e altri nomi gloriosi della nostra commedia che fu,beh allora l'abbiamo trovato.Il film di Virzì che percorre agilmente il doppio binario del presente e del ricordo è un film che tranquillamente possiamo dire appartenere a quella nobile stirpe ben lontano sia dalle pretese autoriali finto intellettualoidi sia dal becero cinema cinepanettonizio che infetta come morbo contagioso la maggior parte dei nostri schermi cinematografici.Ho sentito dire che è un Amarcord alla livornese ma io mi permetto di dissentire:bisognerebbe aver visto anche quel documentario /omaggio dedicato alla figura del cantautore livornese autodistruttivo e vivo solo sotto il suo campanile Bobo Rondelli(che qui vediamo in una piccola parte),L'uomo che aveva picchiato la testa,per rendersi conto della differenza.Mentre nel documentario Virzì canta la sua Livorno,strana città portuale aperta a tutte le influenze esterne eppure atavicamete chiusa in se stessa,qui nel film il regista torna a dirigere nei luoghi che ben conosce ma si concentra più che altro sui suoi personaggi.Ed è ispiratissimo sia quando parla degli anni 70 con i due bimbi piccoli,Bruno e Valeria che assistono impotenti alle traversie matrimoniali e non della madre che passa da un fallimento all'altro,costretti a cambiare casa quasi quanto a cambiare i calzini in virtù dell'instabilità sentimentale della loro mamma,sia quando parla al presente con una madre malata terminale(ma il figlio maschio si lascia scappare "Questa è immortale" quasi avesse a che fare con un highlander) che diventa il punto di ritorno,il sicuro porto d'approdo di due vite un po'stropicciate,quelle dei suoi due figli che non hanno un briciolo della serenità che ha lei.Tra una lacrima e un sorriso il racconto procede fluido intento più a raccontare l'evoluzione dei personaggi che dei tempi che loro percorrono fino ad arrivare al climax del film che non è il finale ma la lunga sezione in pianosequenza in cui i due fratelli trovano finalmente la loro catarsi,trovano finalmente loro stessi e si trovano l'un l'altro.Una sequenza lunga,di grande tensione emotiva con quasi impercettibili movimenti di macchina che permette di concentrarsi sui volti di Mastandrea e della Pandolfi,letteralmente stravolti.Infine il matrimonio sul letto di morte che si fa mausoleo celebrativo di rosso dipinto,un surrogato di cerimonia,un matrimonio liofilizzato che si prende la libertà di oscillare tra il patetico e il comico senza ridondanze,senza disturbare,senza calcare troppo la mano,lasciando quello che non si può filmare rigorosamente fuori campo.Virzì torna da dove è partito dopo una lungo esilio romano ma in fondo è come se non fosse mai andato via perchè Livorno è sempre lì uguale,adagiata in riva al mare pigramente.Un plauso anche alla scelta e alla direzione degli attori con la Sandrelli che finalmente ridiventa attrice e non chiamata per camei ingessati solo in virtù del suo tanto luminoso quanto ingombrante passato e con Micaela Ramazzotti sempre più a suo agio davanti alla macchina da presa che recita un personaggio che in un guizzo metacinematografico riporta alla mente la pregevole prova di una ancora adolescente Stefania Sandrelli nei panni di una giovane attrice di presunte belle speranze,distrutta dal montaggio di un cinegiornale nel bellissimo Io la conoscevo bene del bravo e sottovalutato Antonio Pietrangeli.Da sottolineare anche la prova di Mastandrea e della Pandolfi(veramente encomiabile il loro lavoro sull'accento) e di tutto il coro di comprimari che incornicia degnamente quello che fin da subito si presenta come uno dei migliori film italiani della stagione...
ha ormai una sua cifra stilistica,un suo modo di osservare,un ottimo modo di dirigere gli attori....
sempre meglio ad ogni film che passa
anche lei sempre più a suo agio davanti alla macchina da presa
finalmente usata di nuovo come attrice principale
ottima prova
eccellente
curiosa piccola parte
molto brava
imbronciatissimo
poco utilizzata
molto simpatico
eccellente nei panni della sorella condanata dalla mancanza d'amore
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