Regia di Nora Ephron vedi scheda film
VOTO : 6.
Commedia culinaria che, spaziando tra due storie analoghe ma ambientate in tempi e mondi diversi, rimane ordinata e anche graziosa, ma allo stesso tempo ha un ritmo complessivamente troppo compassato e monocorde se si escludono sporadici sussulti sentimentali.
Insomma spesso si dice che mangiare troppo fa venir sonnolenza, ma anche questo film rischia seriamente di generare questa sensazione.
Julie (Amy Adams) è una ragazza, semplice e ordinaria in tutto (sposata, lavoro da impiegata), che decide di darsi uno scossone preparando, nel corso di 365 giorni, le 524 ricette scritte nel libro della famosa Julia Child.
L’attività l’assorbirà completamente mettendo a rischio il suo matrimonio, ma la sua diventa una missione di vita, una prova da superare e raccontare sul suo blog (d’altronde i tempi cambiano).
Julia (Meryl Streep) vive in Europa con suo marito (Stanley Tucci) e per passare il tempo si impratichisce nell’arte della cucina francese.
Dopo tanto impegno, ed un po’ di scetticismo, riuscirà a scrivere un libro guida per le donne americane.
Le due storie, lontane tra loro per ambientazione geografica e sociale, si alternano sullo schermo con fin troppo ordine e con pochi, quanto calcolati, sussulti.
Operazione ordinata, ma anche senza acuti, per quasi due ore (eccessive) di commedia che strappa qualche limitato sorriso, un minimo di interesse per il confronto di due generazioni diverse ed emoziona solo raramente (giusto in un paio di casi).
Insomma il rischio noia è dietro l’angolo, ma comunque, tutto sommato, la visione scorre in mnaiera semplice, ma apprezzabile (se ci si sa accontentare di un piatto non troppo ricco) anche per l’impegno delle due protagonista (per dirla tutta non è che la grande Streep sarà ricordata per questo ruolo).
Nel complesso il film si merita una sufficienza risicata all’osso e per meglio apprezzare il connubio cinema-cibo, meglio andare altrove; “Ratatouille”, esempio sommo in materia, permette quasi di sentirsi dentro alla cucina, qui si rimane spesso distanti a livello sensoriale.
VOTO : 6.
Regia ordinata, ma anche troppo compassata. Non va al di là del compitino
VOTO : 6.
Cerca di dare il suo contributo, ma il personaggio non è certo fra i suoi più convincenti.
VOTO : 6,5.
Gradevole e disinvolta.
VOTO : 5,5.
Ruolo sacrificato nel quale non lascia tracce significative.
VOTO : 6.
Tutto sommato simpatico.
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