Regia di Jim Sheridan vedi scheda film
Film tutto sommato interessante, anche se, per vero, riesce a lasciare il segno solo dalla 2° parte. All’inizio, infatti, non ingrana e l’incipit lentissimo non stimola l’ulteriore visione. Certo c’era la necessità di introdurre i protagonisti - la loro vita tranquilla, prima, il dramma della guerra e del lutto, poi - ma il tutto viene descritto con troppa nonchalance, senza particolare estro o vezzi registici degni di nota.
E´ però nella 2° parte che, come dicevo, la dimensione di denuncia del film emerge in tutta la sua ampiezza, sì da lasciare un’impronta profonda e duratura.
Vita e Orrore vengono posti l’una di fronte all’altro. Devono trovare un (innaturale?) punto d’incontro (d’equilibrio, magari), ma non parlano fra loro. Il loro sguardo rimane fisso nel vuoto. Uno sguardo colmo di lacrime di disperazione, miste ad angoscianti dubbi inespressi. Qualche volta, a dire il vero, i tesissimi silenzi vengono interrotti da urla, strazianti e sorde. Gemiti di dolore che nulla esprimono se non il dramma dell’incomunicabilità; se non la riaffermazione dell’identità di chi li emette. Vita e Orrore rimangono, dunque, ancora lì, l’una di fronte all’altro. E ancora silenzi.
Poi, all’ultimo, un sussulto di umana “irrazionalità” preme affinchè la bocca si apra e da essa esca la parola. L’empia - e parimenti sacra - confessione che, benchè non potendo mondare dai peccati, crea il ponte di collegamento fra gli opposti… e getta i presupposti per la catarsi dell’anima.
Da un punto di vista squisitamente personale, poi, il grado di coinvolgimento emotivo con il protagonista Sam Cahill/T.Maguire (bravissimo) è stato davvero, davvero alto. Nel finale, per un lunghissimo, tremolante, attimo mi è parso di vedere me stesso, in lui.
Tre stelle obbiettive, più un'ulteriore, personale, 1/2 stella.
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