Regia di Jim Sheridan vedi scheda film
Sam è un capitano dei marines, sposato con la bellissima Grace dalla quale ha avuto due bambine, è dedito alla nazione e alla divisa ed è l’orgoglio di suo padre Hank, anche lui militare, che non manca occasione per disprezzare Tommy, minore dei due figli, sempre con la testa altrove e pronto a fare guai. L’ennesima missione di Sam in Afghanistan stravolgerà la vita di tutta la famiglia.
Trattare della guerra, dei suoi reduci e di tutto ciò che le ruota intorno, è da sempre arduo compito ed è molto difficile riuscire a descrivere tutte le sfaccettature a cui la psiche umana è soggetta, considerando al contempo l’impatto dei condizionamenti sul senso di patriottismo che anima molti americani.
Pur percependo l’insieme di tutti questi elementi, il modo in cui Jim Sheridan decide di metterlo in scena non è molto convincente. Guardandolo mi sono chiesta se la “colpa” non fosse (almeno in parte) anche di Tobey Maguire che ha sulle spalle il carico di responsabilità maggiore, è lui l’interprete di Sam Cahill, di cui non riesce a gestire la portata non arrivando a traslare sullo spettatore tutte le sensazioni che invece si finiscono solo per percepire e mai vedere. In diverse scene resta immobile con gli occhi sbarrati finendo per ridicolizzare il ruolo che gli è stato affidato e che dovrebbe trasudare non solo coraggio ma anche convinzione e, ad un certo punto, disperazione e smarrimento. Ma, per tutta la durata, ad essere smarrito è soprattutto lo spettatore la cui visione oscilla tra la perplessa e mai convincente interpretazione di Maguire alla più che buona prestazione di Jake Gyllenhaal e Natalie Portman , rispettivamente fratello e moglie del protagonista, che hanno un ruolo centrale nel ridicolizzare la performance (se così vogliamo chiamarla) di Maguire.
In questo marasma di situazioni: la guerra e le sue conseguenze, il patriottismo, il condizionamento genitoriale, l’amore, il tradimento, il rapporto padre/figlio, l’amicizia, il senso di responsabilità, sono solo alcune delle cose che mi sono venute in mente pensando a posteriori a questa pellicola, ne viene fuori una narrazione che lascia molte domande non risolte e non poche situazioni che meritavano un approfondimento.
La sensazione finale è di piena insoddisfazione per una pellicola che poteva (forse) anche avere del potenziale ma che di certo non è stata capace di sfruttarlo al meglio. Un’occasione perduta non solo per Sheridan ma soprattutto per Maguire, impassibile alla recitazione e inerme di fronte alla possibilità di scrollarsi di dossi il ruolo che lo ha reso famoso e che al contempo ha seppellito la sua (eventuale) capacità recitativa.
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