Regia di Jim Sheridan vedi scheda film
Film indubbiamente solido, nelle mani di un regista specializzato nello scavare nel midollo delle relazioni affettive, che non vuole sorprendere, la trama è prevedibilissima, né scioccare, ma semplicemente descrivere. Il cast è ottimo e dà una performance all'altezza, ciascun attore per le proprie potenzialità, ciascun personaggio per le proprie caratterizzazioni, senza mai andare sopra le righe per cercare di prevalere l'un l'altro. Bravissima Bailee Madison nel ruolo della figlia maggiore, la più introversa e problematica, riflesso giovane dello zio scapestrato. Due i tagli narrativi. Le dinamiche familiari, in cui tutti noi ci riconosciamo e che nella storia si ripetono come una decalcomania dei rapporti tra fratelli e tra genitori e figli. Il devestante impatto delle guerra nell'epoca dell'uomo civilizzato. Due frasi riassumono lo sguardo dello sceneggiatore su tale dinamica: nessun uomo può essere addestrato ad uccidere; solo i morti sono tornati dalla guerra. D'altronde il buon Clint ci ha detto che neppure nel selvaggio west sparare ad un proprio simile era così semplice, figuriamoci oggi, così l'eco di quelle violenze te lo porti dentro e lo riverberi su chi ti sta accanto. Il film non ha l'intensità di altre opere simili, ma comunque si apprezza per i motivi testè esposti. Più che degno.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta