Regia di Àlex Pastor, David Pastor vedi scheda film
Ormai quando si intravede che in un film i protagonisti sono quattro giovani che scappano da qualcosa, o che ci incappano malauguratamente, si fanno gli scongiuri (stratagemma che con le mille varianti del caso raramente porta a qualcosa di buono), ma questo prodotto low budget mette fin da subito le cose in chiaro e non manca certo di proporre idee in grado di occupare gli spazi.
Il pianeta è alle prese con una pandemia per la quale non si trova una soluzione, così quattro giovani si dirigono verso una spiaggia fuori mano dove due fratelli hanno vissuto buona parte delle loro vacanze famigliari.
Durante il loro viaggio troveranno altri reietti disperati, la benzina scarseggia, e diventa bene primario, il cibo anche e il virus si espande rapidamente tanto che diventa quasi impossibile aiutare il prossimo e che servono regole ferree per provare a sopravvivere (come abbandonare anche gli stessi amici qualora presentino sintomi evidenti di contagio).
Si parte subito a razzo, immagini di un passato felice ci scaraventano in un attimo in un presente senza speranza, e non manca nemmeno il virtuosisimo registico per farci ancor più apprezzare questo radicale stacco.
Non vengono forniti tanti “perché” sul passato recente, ma i passaggi emblematici della storia, sono tanti, consecutivi e proposti sempre con momenti quasi sempre molto significativi.
Così il padre indissolubile non vorrebbe far andare al bagno sua figlia da sola per non essere abbandonato dagli altri (lo sa fin troppo bene che finirà così), in un resort ormai diroccato quando chi lì si nasconde scopre i “nostri” ha atteggiamenti da “fine del mondo” e quando anche un affetto significativo presenta un sintomo non serve più un aiuto, ma solo fuggire e velocemente abbandonandolo ad un futuro già scritto.
La tensione si respira nitidamente, sia per momenti di paura quando si scorge una figura umana all’orizzonte, o quando la figura umana ti bracca (vedasi sempre l’incontro al resort con una manciata di scene girate conoscendo bene gli stilemi del thrilling), ma i momenti cardine sono legati principalmente ai legami tra i quattro fuggiaschi, ai loro imbrogli per provare a sopravvivere, anche tradendo i compagni di sventura (rischiando gioco forza di infettarli), alle scelte difficili, per non dire impossibili, che sono chiamati a prendere una dopo l’altra in una consecutio senza sosta.
E il finale arriva inequivocabile, secco, diretto e senza sconti.
Insomma si tratta di una piccola primizia che associa uno scenario post-apocalittico ad un road movie di teen ager (o poco più), senza scivolare sui soliti clichè tipici del caso, denotando una notevole attenzione agli aspetti umano-sentimentali, particolare che, associato al resto, gli permette di non passare inosservato.
Surprise.
Per me decisamente una rivelazione.
Buona gestione della storia, sia nel dramma che nei momenti di tensione, con per giunta alcuni apprezzabili virtuosismi.
Bravi.
Per me decisamente una rivelazione.
Buona gestione della storia, sia nel dramma che nei momenti di tensione, con per giunta alcuni apprezzabili virtuosismi.
Bravi.
Volto espressivo, discreto personaggio, buona interpretazione.
Qualitivamente sopra la sua media interpretativa grazie ad un personaggio non eclatante, ma comunque all'altezza della situazione e contraddistinto da diverse sfumature interessanti.
Discreto.
Anche lei è chiamata a variare il registro espressivo lungo il tragitto del suo personaggio e, pur senza brillare in maniera particolare, non demerita.
Fa parte dei quattro giovani in fuga ed è il corpo più estraneo alla comitiva.
Non troppo sollecitata, ma comunque presente.
Diligente.
Da sostanza al suo personaggio di padre che non perde la speranza fino all'ultima residua possibilità.
Discreto.
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