Regia di Àlex Pastor, David Pastor vedi scheda film
Fuggire dall'apocalisse per andare a surfare sulle onde , cercando di vivere il proprio mercoledì' da leoni ogni santo giorno della settimana. E' quello che stanno facendo Danny e Brian, fratelli coltelli che con le loro ragazze (la relazione tra Brian e la sua donna è chiara sin dall'inizio, mentre quella del fratello con l'altra ragazza è molto più sfumata) e la loro Mercedes che come un destriero bianco percorre strade che si perdono nel bel mezzo del nulla.
Nessuna spiegazione su quello che è successo: un'epidemia, una febbre emorragica forse, che crea malati da cui stare lontani perchè il contatto con loro conduce inevitabilmente a morte.
Carriers è costellato dai vari incontri con un'umanità allo sbando durante il loro percorso: un padre con la figlia malata che ha il miraggio di arrivare a un ospedale dove ha sentito che è stato fabbricato un siero che può salvare la sua bambina, gruppi organizzati quasi militarmente da cui riescono a malapena a fuggire e solo perchè li ha aiutati la paura del contagio, un paio di arzille signore armate di pistolone alla Callaghan che rifiutano loro uno straccio di soccorso. E mal gliene incoglie.
Il film dei fratelli Pastor, qui all'esordio sulla lunga distanza si iscrive alla lista dei postapocalittici come The Road ( cercano in fondo lo stesso sbocco al mare) o anche come Benvenuti a Zombieland (in fondo questi malati sono come una moltitudine silenziosa di zombie) , così come cita anche La città verrà distrutta all'alba ( il remake) per il girovagare in auto dei protagonisti alla ricerca di un'ancora di salvezza.
Ma invece di cercare facili spettacolarizzazioni usa quasi un tono intimista, cerca le sfumature nel rapporto che si viene a creare tra questi umani a cui in pratica è stato tolto tutto il superfluo e anche il necessario per continuare a essere definiti uomini. E il sogno infatti è quello di ritirarsi in un vecchio albergo in cui Danny e Brian trascorrevano le vacanze della loro infanzia a surfare sulle onde e a vivere di pesca in attesa di tempi migliori.
Sopravvivere, non vivere.
In Carriers la pandemia che si è portata via gran parte della popolazione mondiale viene utilizzata più che altro come uno sfondo, un'ambientazione. Quello che conta sono le dinamiche che si instaurano nel gruppo dei protagonisti in cui l'istinto di conservazione prevale sempre sugli affetti che si possono provare.
Brian è il maschio alfa del bianco, quello con la donna, quello che decide e che fa il porco comodo suo, quello che ha dettato le regole che dovrebbero permettere la sopravvivenza . Ma sembra che le regole debbano essere applicate solo quando toccano gli altri.
Danny è più defilato ma costretto ugualmente a prendere decisioni che un uomo non vorrebbe mai prendere nella vita.
Di solito i film di questo genere hanno il terribile vizio di accartocciarsi in finali privi di senso e invece qui il finale è una delle cose migliori.
SPOILER-SPOILER-SPOILER Arrivare finalmente alla meta , trovare che più o meno ci si possa sopravvivere ma non dare nessuna speranza di rapporti futuri tra Danny e Kate, la sua amica in regno dell'incomunicabilità che può regnare solo nell'uomo, è qualcosa di veramente inquietante. Quelle onde che increspano l'Oceano perdono ad un tratto tutto il loro significato, così come il cielo azzurro che li sovrasta o la bellissima spiaggia incontaminata che li circonda. Una vita in cui si rimane soli con se stessi magari piagati dal ricordo e dal rimpianto forse non è più vita. Ma questo si prospetta nel futuro di Danny e di Kate. Tra di loro sembra esistere un muro che non potrà mai essere abbattuto. FINE DELLO SPOILER-FINE DELLO SPOILER-FINE DELLO SPOILER.
Non male il cast formato da giovani nella speranza di diventare delle next big sensations come Chris Pine ormai in rampa di lancio, Lou Pucci ed Emily VanCamp . C'è anche Piper Perabo, una che nonostante sia appena 35enne , forse il treno per diventare una superdiva l'ha ormai perso.
Carriers è il classico film prodotto con un budget ridotto all'osso che però sopperisce elegantemente alla mancanza di effetti specili privilegiando gli aspetti umanistici della vicenda.
Amore o istinto di sopravvivenza?
A volte è veramente duro essere messi di fronte a una scelta senza appello.
(bradipofilms.blogspot.com)
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