Il difficile passaggio dall’adolescenza all’età adulta viene raccontato con molta finezza dalla regista danese di questo film, che, ispirandosi alle memorie della giornalista inglese Lynn Barber, presenta una vicenda ambientata nella Londra del 1961.
La giovane Jenny (Carey Mulligan) studia in un severo College della città, con ottimo profitto e coll’obiettivo di ottenere l’iscrizione a Oxford, l’università prestigiosa a cui vorrebbe accedere.
Gli insegnanti e i genitori la incoraggiano in questa direzione, ma senza offrirle motivazioni sufficienti a sacrificare il proprio tempo e la propria giovinezza allo studio.
La scuola londinese, infatti, e soprattutto la preside (Emma Thompson) col suo comportamento rigido, esalta modelli poco attrattivi: severissimi e ottusi esempi di virtù non particolarmente seducenti per una ragazza, mentre i genitori di Jenny sperano di ottenere, grazie all’affermazione della figlia, quello “status” che loro fu negato per la modestia delle loro condizioni sociali e culturali.
L’insufficienza delle motivazioni emerge con chiarezza nel momento in cui Davide (Peter Sarsgaard), affascinante e un po’ attempato giovanotto, corteggia la ragazzina, lasciandole intravedere un avvenire del tutto diverso, fatto di piaceri, ricchezza e divertimenti.
Siamo alla vigilia della Swinging London: il denaro comincia a scorrere, i tabù sessuali crollano, mentre imperversano le minigonne di Mary Quant, e si diffonde la pillola anticoncezionale fra le ragazze. Jenny ha solo sedici anni èd è fragile: non è difficile incantare la fanciulla che immagina, ora, il suo futuro in modo un po’ diverso. Il guaio è che si lasciano incantare dallo spregiudicato dongiovanni anche i suoi banali genitori, che pensando a Jenny, ma anche un po’ a se stessi, ritengono che una scorciatoia verso il successo sia opportuna e praticabile, nonché vantaggiosa per tutti.
Il risveglio dal sogno sarà, com'era prevedibile, durissimo; ciò che però non inficia la qualità del racconto perché l'accuratezza raffinata con cui la regista rappresenta il soffrire di Jenny, non lo rende mai banale.
Il film affronta dunque un momento difficile per una giovane del 1961, ma pone contemporaneamente anche il problema – quanto mai presente anche nella società di oggi – di come possano gli adulti rapportarsi agli adolescenti offrendo loro modelli positivi, fondati su valori solidi, che diano un senso ai sacrifici che lo studio comporta, e quale linguaggio debbano usare affinché la comunicazione fra le generazioni sia possibile.
L’interesse del film è nella semplice fluidità con la quale la vicenda, assai complessa, viene raccontata e nell’ottima interpretazione degli attori, fra cui spicca in modo particolare la bravissima e molto espressiva Carey Mulligan, davvero emozionante nei panni dell’adolescente umiliata e ferita, che a durissimo prezzo raggiunge la propria maturità.
Recensione del 10 febbraio 2010 scritta per Mymovies e parzialmente modificata
per questo sito, dopo aver rivisto il film su DVD.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta