Regia di Antonio Pietrangeli vedi scheda film
Due attori bravi e simpatici non bastano a salvare un film banale e datato, basato su una battutina adatta per un episodio di uno dei tanti film a episodi che usavano allora. Posso arrivare a dare una scarsissima sufficienza solo grazie ai due protagonisti…
Segnalo un aspetto che dà un minimo di senso al film ma che viene trascurato da molti che pur lo lodano: il marito inizialmente fedele viene esplicitamente concupito da una donna sposata che fa parte della stessa buona società, si stupisce della spudoratezza con cui la donna inganna il marito e scopre che così fan tutte… Solo allora diventa geloso… e di conseguenza anche cornuto. Le corna come pandemia della ricca borghesia. Il film è la continuazione di Nata di marzo, come avevo già notato parlando di questo; anche se qualche lettore lo dice invece “per il suo significato, molto diverso da questo”.
Qualcuno tende oggi a rivalutare Pietrangeli, considerato ingiustamente trascurato; ho voluto rivedere tutti i suoi film, soprattutto dopo aver rivisto il simpatico Fantasmi a Roma, ma da tutti gli altri ho ricavato solo molta noia e delusione: sono molto più modesti e banali di quanto mi sembrassero allora. Ambienti, situazioni, personaggi e dialoghi simili si trovano in tanti altri film dell’epoca, perché appartenevano a quella società, ma, senza bisogno di disturbare l’arte grande di Fellini, altri registi, come Germi o Risi, hanno saputo rendere quella società con maggior vivacità e capacità di indagine e di ironia.
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