Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
Premessa numero uno: Napoli Napoli Napoli non è un progetto originale di Abel Ferrara, ma dei Figli del Bronx (così si fanno chiamare i produttori/attori del film). Ferrara aveva "bisogno di un lavoro" (sono parole sue, pronunciate all'anteprima al cinema Lumiére di Bologna), tutto qui.
Premessa numero due: il film è stato girato contemporaneamente a Gomorra, in parte sugli stessi set e con gli stessi "intermediari" (girare in certi quartieri della città non è impresa facile). Chi vuole vederci un discorso post-Gomorra (inteso come evento cinematografico) dovrebbe tener conto della sincronia delle due operazioni. Più appropriatamente si potrebbe parlare di un progetto nato dal clamore del libro di Saviano (come Gomorra film) che sceglie un approccio indipendente per poter approdare ad un senso della strada che, nel capolavoro di Garrone, è in qualche misura annegato dalla potenza espressiva e corale di un film e di un regista che hanno contratto più di un debito verso Scorsese, con il quale condividono una grande lucidità nel dipingere l'inferno.
Ferrara invece, in uno slang scoordinato e allucinato, sembra voler evitare le interpretazioni autoriali della sua opera, allo stesso modo in cui evita tutte le discussioni riguardo alle tematiche contingenti della Napoli contemporanea. Il suo è un film su una città, ma avrebbe potuto essere una città qualunque. Avrebbe potuto essere Detroit, New Orleans o San Francisco. In altre parole, è un film sui suoi soliti, controversi, grandi macro-temi universali.
Senza moralismi di alcun tipo, senza intenzioni teoretiche, lo sguardo di Ferrara si rifiuta di prendere una forma, ma oscilla schizofrenicamente, tra bene e male, violenza e religione. L'opera stessa non prende forma, sospesa tra documentario e fiction, tra agosciante realtà e il rischio di sprofondare nel ridicolo.
Forse Napoli Napoli Napoli è un film comme les autres, eppure dagli altri si distingue per la sua scrittura "automatica", quasi inconsapevole, fatta dell'inconsapevolezza di un uomo che ha perso da molto tempo i contatti con il nostro principio di realtà, sempre strafatto e proprio per questo adatto a lanciare un'occhiata ad un mondo che (non) è (più) il suo.
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