Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Clint Eastwood forse cerca una catarsi nei suoi film: lui repubblicano convinto, fa dei film che sono un po’ il contrario del suo credo, facendo un discorso molto generale. Fa dei grandi film; qua ne fa uno buono, anche se niente di memorabile. Si narra infatti di Nelson Mandela, di come divenne Presidente del Sudafrica, di come vedeva la sua presidenza e di come capì che il mondiale di rugby, fatto proprio in Sudafrica, sarebbe stato una bella occasione. Il film è molto carino, ma secondo me ha dei bei difettucci. Il maggiore: fare un film sul rugby e di rugby non capire una mazza. Le scene di gioco sono veramente tristi, ben poco efficaci. Le paragonerei ai cartoni animati giapponesi sul calcio, dove corrono, corrono…ma giocare? Qua poi sono veramente irritanti le battute didattiche che si scambiano i protagonisti, per spiegare allo spettatore ignorante l’ABC del gioco. Che non va spiegato, punto e basta. Perché non è il gioco il fulcro del film. Potevano giocare anche a cricket, per quanto serviva. Ma è proprio Eastwood che smarrisce il senso del suo film. C’è addirittura una battuta, sugli spalti, del tipo “Tempi supplementari…” “E cioè?”, gli fa l’altro. Ma dai, che tristezza.
Grande comunque Morgan Freeman, nella parte di Mandela, mentre Matt Damon in quella del capitano della squadra non mi ha fatto impazzire, anzi. Entrambi comunque candidati all’Oscar. E comunque anche un Eastwood minore come questo si prende il suo bel 7, perché il film ha il suo carisma e il suo perché. Costi limitati e incassi decenti, al botteghino non è andato male.
Ha fatto di meglio
Non da ricordare, malgrado la assurda nomination all'Oscar
Ottima interpretazione
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