Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Un film profondamente vivo, forte di temperamento ed intriso di positività, e, purtroppo, ignobilmente sfigurato da un maldestro doppiaggio italiano. La traduzione ingessa la finissima interpretazione di Morgan Freeman in un raccapricciante tono didascalico-televisivo che, da solo, riesce ad abbassare una regia d'autore al livello di un comune prodotto di cassetta. La retorica, che la versione nostrana spara come un fuoco d'artificio nazional-popolare, nella versione originale è, invece, uno spiritello discreto ma vivace, che pungola i personaggi sottopelle, conferendo ai loro discorsi quella punta di effervescenza che li rende umanamente importanti e cinematograficamente efficaci. L'unione tra sport e politica è il festoso teatro in cui si celebra il risveglio di una nazione, con l'incubo dell'apartheid che ancora permane nella bruma del dormiveglia, e che i colori della vittoria possono scacciare con l'intensità di una nuova luce. E se tutto può sembrare troppo bello per essere vero, occorre ricordare che l'entusiasmo è l'euforia ingenua che anticipa un sogno di là da venire, e contiene la forza morale per poterlo realizzare. Invictus è la rappresentazione di una scommessa storica che, per non scadere in un triste affare da allibratori, ha bisogno di esprimersi, in pubblico e all'aria aperta, come un gioco di squadra spettacolare e gioioso.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta