Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Il trentesimo film di Eastwood non convince pienamente. La causa principale è dovuta al fatto che la storia narrata - il Sud-Africa e le sue intricatissime vicende politico-razziali dalla liberazione di Nelson Mandela nel febbraio 1990 fino alla insperata conquista della Coppa del Mondo di rugby nel giugno 1995 - non sia nelle corde del regista.
Delle sue opere, questa è la seconda ambientata in Africa, a vent'anni da 'Cacciatore bianco, cuore nero', che narrava un episodio riguardante John Huston e la sua passione-ossessione per la caccia, ma la prima incentrata su personaggi ed eventi totalmente estranei alla cultura americana, della quale ogni sua opera è intrisa.
Ciò che traspare dal film è una certa freddezza: le immagini sono impeccabili, ma tutto il resto sembra un gioco a due tra Morgan Freeman, (curioso che ad impersonare Mandela ci sia un attore che si chiama uomo libero) nella parte del leader anti-Apartheid, e Matt Damon nel ruolo del capitano degli Springboks, anche se deve parecchi centimetri al vero Francois Pienaar. Entrambi sono calati molto bene nei rispettivi ruoli, anche se la versione doppiata - quella da me vista - non consente di apprezzare il lavoro fatto dagli attori sull'accento. La famosa finale poi, la cui durata filmica è di venti minuti circa (non metà film come scritto da altre parti), è anch'essa montata molto bene, specie le inquadrature negli spogliatoi, l'uscita delle squadre dal sottopassaggio, il suono degli inni e la consegna della coppa mentre le sequenze della partita vera e propria non rendono completamente l'idea della durezza e dello scontro fisico tra gli atleti di questo sport e di conseguenza non creano quel pathos che c'era in 'Million Dollar Baby'.
In conclusione, un'opera importante ma di gran lunga inferiore ai suoi capolavori.
Voto: 7.
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