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Le ombre rosse

Regia di Francesco Maselli vedi scheda film

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La recensione su Le ombre rosse

di FilmTv Rivista
6 stelle

Ombre rosse per te, ho incontrato stasera. Citto Maselli, leone indomito, continua a spedire lettere aperte anche se giornali della sera degni di questo nome non esistono più. Lo fa con un film imperfetto e zoppicante, spesso fuori sincrono e superato (come la Sinistra di cui parla) e stereotipato quando si sofferma su centri sociali e spazii occupati. Ma che racconta come sa i salotti bene dell’intellighenzia progressista che ha consegnato l’Italia a Berlusconi, che non dice più cose di Sinistra e vive a Destra. Mostra con ironia autocritica la normalizzazione organica al sistema di ogni radicalità e dei movimenti dei loft modello Pd (viene il sospetto sia l’acronimo di pseudodemocratici) ed è inevitabile vedere in Herlitzka, Fantastichini e Lucia Poli Asor Rosa, Fuksas, la Rossanda. In quest’Italia di amici degli amici va lodato un regista che non ha paura di sviscerare il lato oscuro di ex, post, filocomunisti, che amano se stessi e odiano il popolo. La metafora del film è semplice, quasi infantile, ma terribilmente vera. Il centro sociale (brava Valentina Carnelutti, molto attiva anche in sceneggiatura) sta ai salotti radical chic come l’utopia agli splendidi quarantenni che l’hanno definitivamente tradita.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 36 del 2009

Autore: Boris Sollazzo

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