Regia di Francesco Maselli vedi scheda film
se il titolo e la locandina sembrano evocare ford il film del grande vecchio maselli risulta stranamente "coppoliano". come il coppola nuova maniera, ma con risultati meno pregevoli, maselli mette in scena un film inconsuetamente moderno, con momenti di poesia alternati a bizzarri accenti di ridicolo...voluto o "involuto" che sia. il problema è nel doppiaggio innaturale, che risulta azzeccato e straniante quando in scena compaiono i "vecchi", ma pedante e fastidioso nel contesto giovanile. il centro sociale sembra quasi voler smentire l'immagine che il "popolo" ha di questi luoghi: diverso da quei posti tutto canne e musica reggae (qualche bel concerto con un po' di fortuna) e dalle loro derive fighette, il centro immaginario del film dà concretamente asilo ai senzatetto ma rimangono oscuri altri aspetti della sua organizzazione - e della tolleranza zero che subisce dopo l'ondata di fama improvvisa. perchè, poi, se esistono altri posti così (così mi si dice),proprio "cambiare il mondo" attira l'attenzione del professore e dei media?meraviglosa e insieme orribile la scena del pre-finale: lo smarrimento delle ombre - gli pseudointellettuali, davvero ombra di se stessi a dispetto dell'invisibilità dei giovani che hanno illuso - di fronte allo strombazzare e quella frase scema, irreale, inutile ad accompagnarla
bello il canto ripreso nel finale, meno i tetes de bois...che comunque fanno la loro figura
tra l'accademico e il naive
sempre un pesce fuor d'acqua, - in senso positivo -con quel classicismo viscerale, teatrale. il più anziano esordiente del cinema, scoperto da Bellocchio a 65 anni -ma aveva già fatto MArianna Ucrìa,e chissà cos'altro
il suo personaggio amalgama bene le istanze giovanili e le disillusioni, mentre gli altri ragazzi o quasi -soprattutto l'interprete del suo compagno,ma anche la figlia di laura morante ,risultano poco credibili
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