Regia di Alan Rudolph vedi scheda film
Con non poco rammarico, ammette che la visione di Un amore passeggero mi ha lasciato un po’ deluso. Ingarbugliato su sé stesso in una vicenda che si morde la coda, tra equivoci sgangherati e passaggi artificiosi, il film non fila via con semplicità e naturalezza, inciampa non di rado nella sua stessa struttura. In questa commedia in cui veicolano toni sentimentali e registri di buffo spionaggio, non tutto torna, le ambizioni si scontrano con la messinscena, e le responsabilità vanno attribuite ad una sceneggiatura che fa acqua in alcune parti (specie nella prima parte, quando il film non parte bene e lascia presagire il peggio). Si ravviva un po’ nel secondo tempo, grazie alla passione che ci mettono il pur sbiadito Tom Berenger ed Elizabeth Perkins. Sovrabbonda di musica, anche corporea: c’è Nei Young che compare ad un certo punto ma, lo ammetto con dispiacere, non lascia il segno.
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