Regia di Francesca Comencini vedi scheda film
Lo spazio bianco del titolo è quello asettico di una stanza d'ospedale dove Irene, nata prematura a soli 6 mesi, vive attaccata a un'incubatrice. A vegliarla ogni giorno c'è Maria (Buy), insegnante ultraquarantenne in una scuola serale partenopea, che ha riempito lo spazio bianco della sua vita con relazioni precarie, solitudine, qualche buona amicizia, e che adesso si trova davanti alla difficile scelta di una maternità da condurre senza l'aiuto di un partner e in età avanzata.
Film difficile e ambizioso, Lo spazio bianco gravita intorno ai temi della rinuncia e dell'attesa. Intorno alla protagonista si muovono personaggi che hanno rinunciato alla libertà personale (la donna magistrato), alla cultura (gli alunni tardivi), alla giovinezza (le ragazze madri), e che sono tutti in attesa di qualcosa: del momento di una sigaretta, di un diploma scolastico, di un futuro felice. Servita dall'impeccabile fotografia di Luca Bigazzi, che riprende una Napoli insolita, Francesca Comencini cerca una via molto personale al racconto sulla maternità, perdendosi in qualche deriva narrativa, qualche personaggio sbiadito, qualche eccesso visionario (la stonatissima scena del balletto delle madri), firmando così un'opera le cui ambizioni superano di gran lunga il risultato ma in cui Margherita Buy, con un'interpretazione vibrante e commovente, da sola vale il prezzo del biglietto.
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