Regia di Francesca Comencini vedi scheda film
Una donna sulla cinquantina viene abbandonata dall'uomo che l'ha messa incinta. Per giunta, il parto è prematuro: al sesto mese nasce una bambina con gravi problemi di salute, costretta a rimanere tre mesi nell'incubatrice.
La storia viene da un romanzo di Valeria Parrella, omonimo; la sceneggiatura è di Francesca Comencini e Federica Pontremoli. Il rischio più grande di Lo spazio bianco è quello di apparire gratuitamente angosciante, pregno di una negatività superflua, non necessaria e - francamente - è difficile riuscire a sostenere il contrario: al servizio di quale morale, di quale insegnamento si pone questa vicenda? Risposta ardua. Una donna sola e nevrotica - parte che naturalmente, con eccelsa fantasia, viene affidata a Margherita Buy - si ritrova seppellita da una caterva di disgrazie, in primis un parto prematuro che potrebbe significare la morte improvvisa della sua neonata; nello 'spazio bianco' dell'incubazione artificiale la protagonista semplicemente subisce ulteriori ansie e malesseri che non fanno che spargere altra negatività sulla sua già grama esistenza. C'è davvero di che essere perplessi. Questo a livello di contenuti: perchè la confezione dell'ormai esperta Comencini, sorella minore di Cristina, figlia di Luigi e giunta qui al suo settimo lungometraggio a soggetto, è sufficientemente curata e la recitazione della Buy è apprezzabile, anche perchè appunto asservita a un ruolo che sembra scritto apposta per farle cavalcare i soliti clichè. Nel cast anche Giovanni Ludeno, Salvatore Cantalupo, Maria Paiato, Gaetano Bruno. Nastro d'argento al montaggio di Massimo Fiocchi, messe di premi a Venezia, fra cui alla Buy e al film. 4/10.
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